Stando a quanto affermato dalla scienza, il CBD sembrerebbe avere influenze positivi sulle molecole aggressive di Covid-19 e Sars, nella fattispecie Sars-Cov-2. In cannabidiolo, negli esperimenti condotti in laboratorio, effettuati su cellule polmonari umane, il CBD ha manifestato la facoltà di bloccare la replicazione del virus in tutte le sue declinazioni e di inibire drasticamente le cellule presenti nell’organismo.
Le potenzialità del CBD
I risultati, pubblicati per la prima volta sulla testata scientifica statunitense Science Advance, nel gennaio 2022 hanno acceso una speranza nel cuore di molti contagiali (il 37% della popolazione globale ad oggi) ma anche per molti operatori sanitari che da 24 mesi lottano in prima linea nella guerra contro il virus.
Basandosi su altri studi, gli scienziati, sono partiti da una analisi, precedentemente condotta sui malati di epilessia in cui, tramite l’assunzione di olio CBD, il Covid-19 sembrava essere meno aggressivo e nella maggioranza dei casi non trovava terreno fertile per legarsi alle molecole del sangue.
Non solo, quindi, si è evinto che il cannabidiolo riduce il processo di replicazione virale, bensì riduce di gran lunga il rischio di infezione con risultati abbastanza promettenti per un futuro prossimo privo di mascherine.
I test sull’uomo
In Brasile, esattamente presso l’Istituto INCOR è in corso una ricerca scientifica che vede protagonisti 1000 soggetti adulti sottoposti a trattamento controllato con CBD. La scienza sudamericana, già protagonista in precedenza di altre analisi sulle patologie sistemiche si dice fiduciosa in quanto, tramite l’utilizzo di principi attivi della cannabis light al CBD sono riusciti ad ottenere ottimi risultati anche in ambiti psichiatrici, a loro volta oggetto di patologie sistemiche.
Stando a quanto reso pubblico dal team brasiliano, dopo il miglioramento del quadro clinico dei pazienti sottoposti al test, l’unico ostacolo da affrontare per non rischiare di compromettere i risultati, riguarda gli strascichi post virus che potrebbero perdurare per alcune settimane.
Riguarderebbe le difese immunitarie, fortemente colpite dal Covid-19, il bagaglio di strascichi di cui affermano i ricercatori, nell’esattezza scientifica, si parla di carenza proteica e produzione naturale di proteine ed amminoacidi che in conseguenza generano difficoltà respiratorie, debolezze, esposizione ad altri virus ed influenze che, seppur molto più leggere, possono comunque arrecare danni in soggetti già carenti di difese.
Perché il CBD rappresenta la soluzione
Il cannabidiolo è il principio attivo non psicotropo della cannabis sativa e data questa sua caratteristica distintiva può assolutamente essere utilizzato come antinfiammatorio nella prevenzione e nel trattamento di malattie polmonari.
La ricerca, si è dato un periodo di tre mesi per concludere il report con lo scopo ultimo di scoprire il quantitativo necessario affinché il CBD funga anche regolatore di massa proteica che gestisce nel sistema neurale le difese immunitarie.
I risultati attesi sembrano essere di grande conforto in quanto, anche se non si potrà sconfiggere del tutto la molecola Cov-Sar-2, non esistendo un altro studio simile al mondo, ogni risultato ottenuto sarà da considerarsi un successo. Inoltre, è da considerare che, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato di prioritaria importanza i trattamenti per il cosiddetto long covid, ovvero il virus e tutto ciò che ne concerne anche sotto forma di strascichi post contagio ed effetti collaterali.
Conclusione
Perseguita e vietata per oltre 100 anni, la cannabis, sembra essre protagonista assoluto nell’ultimo quinquennio, a partire dagli studi scientifici antitumorali fino ad arrivare all’efficacia sull’epilessia.
È chiaro che la scienza esclude che mangiare dei biscotti al CBD o spalmare dei topici sulla pelle possa in qualche modo rendere immuni ma tante le parole spese i merito alle infiorescenze di cannabis light, in quanto i vapori generati da esse nel momento in cui vengono fumate, o meglio, vaporizzate, intervengono direttamente sul sistema respiratorio venendo a contatto con il sangue in modo molto più veloce e concentrato.
Ottimo lavoro. Vi chiedo una domanda: vorrei sapere per cortesia se ci sono studi recentissimi sull’effetto del CBD sul sistema immunitario. Funziona come immunosopressore o immunostimolante in un paziente sano. Grazie