Della cannabis nel mondo della musica internazionale ne abbiamo parlato, citando brani diartisti tra cui i Beatles e Bob Marley.
Riguardo il nostro cantautorato molti sono i cantanti che si sono impegnati nella battaglia in favore della legalizzazione, ma siete sicuri di conoscerli tutti?
Sicuramente avrete già in mente band che della cannabis ne hanno fatto un manifesto come gli Articolo 31 o i Sud Sound System ma questa volta vogliamo mostrarvi altri artisti che, forse in modo meno esplicito, hanno dedicato parte della loro musica proprio a questo “scottante” argomento.
Naturalmente elencare tutti i brani italiani legati alla legalizzazione di droghe leggere sarebbe complesso e finirebbe per stancarvi così abbiamo deciso di riportare solo alcuni fra i pezzi più significativi del nostro repertorio.
Partiamo dagli anni ‘70. Troviamo Stefano Rosso in Una storia disonesta: “Che bello, due amici, una chitarra e uno spinello”; con grande ironia fu uno dei primi artisti a parlare apertamente di droghe leggere all’interno di un brano musicale, condannando in questo modo la falsa morale e l’ipocrisia che regnava sovrana in un’Italia non troppo lontana dalle rivolte del ‘68.
Continuiamo poi con l’uscita, nel 1974, del brano A Khatmandu del grande Rino Gaetano.
Nonostante questo fu un brano non totalmente esplicito, infatti parte della critica stenta ancora ad ammettere il legame con la marijuana, sicuramente il significato non può non riferirsi che alla spensieratezza e all’istinto per gli eccessi di una Roma degli anni ‘70.
Poco prima dei gloriosi anni ‘80 Eugenio Finardi, uno dei cantautori italiani che ha più sperimentato per generi e stili, dal cantautorato classico al blues al rock e al pop, con Legalizzatela sicuramente spiazza il suo pubblico. Si tratta, infatti, di un brano che senza mezzi termini esprime il desiderio di distinguere una volta per tutte le sostanze leggere da quelle pesanti in una posizione del tutto antiproibizionista.
Già precedentemente nominati, gli Articolo 31, possono tranquillamente essere definiti come una delle band italiane che ha fatto della cannabis, e non solo, un proprio manifesto.
Certamente, infatti, si tratta di un gruppo che ha rivoluzionato sia per stile che per originalità di testi il panorama musicale italiano. Si tratta di un Old school hip hop che tra gli anni ‘90 e i 2000 si è rivolto al pubblico affrontando importanti tematiche tra cui quella della legalizzazione: Maria Maria ha infatti scalato le classifiche e conquistato le masse. Sicuramente non possiamo dubitare sul suo significato, chi sarà mai la ragazza vestita interamente di verde, con un ottimo e inebriante profumo che non va particolarmente d’accordo con i cani?
Arrivando così al XXI secolo, nel 2001 troviamo un artista ed un brano che forse non tutti avevano, ed hanno, collegato alla cannabis, stiamo parlando di Neffa in La mia signorina. Infatti mentre molti di noi condividono sui loro profili simpatiche foto con adorabili cagnolini, sorelline o fidanzate intitolandole proprio “io e la mia signorina stiamo bene insieme” probabilmente non sanno che l’autore del brano da cui traggono la citazione, con quelle parole si riferiva ad una affascinante signorina “che brucia sempre” e che “cerca sempre il sole” meglio
conosciuta come marijuana.
Naturalmente potremmo andare avanti ancora con molti altri pezzi e molti altri cantanti più o meno conosciuti che si sono dichiarati in favore della legalizzazione della cannabis, l’importante però, in questo caso, non è tanto quantificare ma chiarire che mentre la politica istituzionalizzata è ancora chiusa nei palazzi a discutere e a insistere con il divieto della legalizzazione, la società civile insieme al mondo artistico/culturale sono già da tempo uscite da questa triste parabola di ipocrisia e di falsa morale.
Leggi anche: Fumare erba in Italia è legale?
Lascia un commento